Dizionario inesistente by Stefano Massini

autore:Stefano Massini [Massini, Stefano]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788852091827
editore: Mondadori
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00

N

Nazinarsi

Ognuno di noi è Satana. Ci piaccia o no, siamo capaci di generare odio, infamia, vendetta, e di scendere volentieri ai più nefasti gradi dell’abiezione. Le religioni ne parlano come del buio del peccato contrapposto alla luce della rivelazione. E dire che all’origine di tutto c’era invece una gara a chi splendeva di più: dopo il sole e la luna, il terzo posto sul podio spettava a Venere. È lei il corpo astrale più luminoso che possa apparire nel nostro cielo, visibile soltanto alle primissime luci del giorno. Per questo, fino dall’antichità, il pianeta prese il nome di Stella del Mattino, e la divinità che le era collegata si chiamò Lucifero, ovvero “portatore di luce”. Già in epoca classica, questa stella luminosa sembrava voler insidiare il primato divino del sole, e venne dunque consacrata come il simbolo della contesa, della divisione (non per nulla diavolo significa appunto colui che separa). La tradizione giudaico-cristiana aggiunse il resto: Lucifero era il principe degli angeli ribelli, poi denominato Satàn. Intorno a lui si sarebbero ritrovati tutti coloro che fin dall’inizio non vollero allinearsi, a partire dal dio dell’avarizia Mamon (in ebraico “tesoro sepolto”, da cui Mammona), fino al terribile Belzebù (“signore delle mosche”, ovvero delle malattie che portano a morire, coprendosi di insetti), senza scordare la leggendaria Lilith che precedette Eva come consorte di Adamo, ma fu da lui ripudiata perché non accettava di stargli sottomessa. Questo assortito club di demoni veglierebbe dunque su tutto ciò che definiamo con l’etichetta generica di male, al di là del fatto che esso abbia svariate e plurime facce. La più comune si mostra quando la componente bestiale di noi prende il sopravvento, rifiutandosi di accettare la gradualità del ragionamento, la lentezza del convincersi, il progressivo comporsi di un reciproco confronto. Insomma, con tutto che Lucifero non è un orologiaio, si tratta in primo luogo di una questione di tempo: spiegarsi è cosa lunga, mentre aggredirsi è una tattica immediata, istantanea, apparentemente remunerativa proprio perché tangibile e scevra di sfumature. L’essere umano possiede un’alta vocazione a comporre diverbi, a concepire compromessi e ad ammorbidire le proprie intransigenze, ma ognuna di queste strategie richiede sforzo, energia, tolleranza. In caso contrario, emerge allettante la via satanica, quella che punta dritto a capitalizzare il risultato, trasformando l’interlocutore in un ostacolo di cui sbarazzarsi. Qui nasce il male: fondamentalmente dall’impazienza. Proprio come nei conflitti fra gli Stati, quando la via militare sostituisce quella diplomatica più lenta e chiaroscurale. D’altra parte l’offesa stessa, in termini linguistici, non è altro che un suono usato per concentrare stati d’animo complessi senza dilungarsi in tanti teoremi: quando ricorriamo a un’espressione volgare, noi non facciamo altro che evitare perdite di tempo, lanciando forte e chiaro il messaggio di un crescente rancore. Se questo allarme – che spesso equivale a una minaccia – non viene colto dal destinatario, allora un identico processo ci induce ad abbreviare i formalismi, passando stavolta alle vie di fatto. Il male non è solo una degenerazione: è spesso il metodo più sbrigativo

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